24 Dicembre 2012
Caro Bambino Gesù, hai visto quanta gente ti sta girando intorno?
Pubblichiamo la lettera integrale a Gesù Bambino letta da don Paolo a conclusione del Presepe Vivente di ieri pomeriggio. Auguri di buon Natale e felice anno nuovo!
Pubblichiamo la lettera integrale a Gesù Bambino letta da don Paolo a conclusione del Presepe Vivente di ieri pomeriggio. Auguri di buon Natale e felice anno nuovo!
Quest’anno – significativamente – la partenza del Presepe Vivente è avvenuta dal presidio dei lavoratori presso la Lares, a motivo del difficile momento che il mondo del lavoro e l’economia tutta stanno vivendo.
La figura del prete, come tutte le figure che indicano non solo un “lavoro” o un’attività da svolgere, ma che indica un’identità (si “è” preti, non si “fa” i preti), è in profonda crisi; e non tanto (e non soprattutto) per la vicenda della pedofilia, ma anzitutto perchè in crisi sono le tradizionali figure di valore (i padri, gli insegnanti, i medici…) che identificavano l’uomo alla propria attività.
C’è un virus, che aleggia sopra le nostre teste, che è micidiale. Micidiale perché non ti fa stare tanto male, micidiale perché incolore, inodore, insapore. Quali sono gli effetti? Ti rende “trasparente”, ti toglie i contorni e i colori e tu sei così ben mimetizzato con l’ambiente che ti circonda che sembra proprio che tu non ci sia. Ha un nome questo virus? Sì, probabilmente non solo uno; e ciascuno può chiamarlo come vuole, non è tanto importante.
Riflessione di don Paolo a conclusione del Presepe Vivente 2009: “Donaci la saggezza e il buon senso di chi sa che nella vita non conta solo il proprio interesse personale, ma c’è un bene che è per tutti. Perché dove il bene è cercato per tutti, ciascuno poi lo trova anche per sé; dove il bene è cercato solo per sé non è sicuro che tutti lo trovino. E allora si diventa rapaci e ci facciamo del male a vicenda.”
Di chi è l’oratorio? Del prete. Chi comanda e decide? Il prete. Se effettivamente (e per alcuni versi comprensibilmente) fino ad ora è stato così, ora bisogna cambiare. Al prete non bisogna dire: “decidi TU”, perché “l’oratorio è TUO”, ma “decidiamo NOI” insieme perché “l’oratorio è NOSTRO” (tanto che quando un prete se ne va, non porta via con sé l’oratorio).
L’immagine “agricola” del titolo mi viene da un editoriale riportato su Avvenire il primo venerdì della nostra quaresima ambrosiana (che – secondo tradizione – è giorno non solo di magro, ma anche di digiuno, al pari del venerdì santo). Cito testualmente la provocazione: “La quaresima cristiana non può davvero limitarsi agli innocui fioretti di qualche […]
Tra tutte le immagini che descrivono il mistero del Natale, una particolarmente luminosa e suggestiva è – credo – la visita dei magi; questi uomini esotici, sconosciuti, stranieri… hanno fatto un viaggio tanto lungo illuminati solo da una stella. Credo che il fascino di questo incontro risieda nel fatto che esso anche a noi consente […]
Due immagini. La prima: 25 aprile, tardo pomeriggio, verso le 18. Scendendo dal bar vedo nell’aiuola un bambino (che non avrà avuto più di 5 anni) sdraiato con la faccia nella terra in mezzo ai fiori. Era salito sull’aiuola (calpestato ghiaia e fiori) e poi – perdendo l’equilibrio – era caduto a faccia in giù. […]
Una delle cose più fastidiose che possa capitare è quella di sentirci dire da qualcuno come siamo con la pretesa di saperlo meglio di noi; immediatamente – quando l’incauto osa “mostrarci” quello che vede di noi – scattano meccanismi non solo di difesa, ma anche di contrattacco: abbiamo sempre mille buone giustificazioni per quel che […]
Il sottotitolo di questo editoriale anticipa il contenuto qui di seguito riportato; il titolo indica come va interpretato. Questa che provo a descrivere è solo un’interpretazione personale di un fenomeno che mi sembra sotto gli occhi di tutti. E siccome è un’interpretazione personale è suscettibile di obiezioni e richiede un confronto. Su questo tema imposteremo […]
A ormai 3 mesi di distanza, non vogliamo dimenticare chi, in oratorio, è stato una presenza significativa e la cui memoria desideriamo tenere viva perché molti ancora possano imparare la sapienza del vivere…
Questa richiesta suscita facilmente un senso di fastidio ogni volta che ce la sentiamo rivolgere! Fastidio perché ci segnala incontrovertibilmente che quello che diciamo o facciamo o crediamo o annunciamo non ha – nel nostro interlocutore – una forza tale da apparire per se stesso scontato, ovvio, senza repliche.
Nel discorso di Benedetto XVI a Regensburg si accenna a un modo di intendere Dio come assolutamente trascendente rispetto alle categorie umane, tanto che Egli potrebbe volere tutto e il suo contrario. In questo senso anche noi immaginiamo l’ “onnipotenza” divina: come la possibilità di fare sia il bene, sia il male, di volere il nostro bene e di mandarci anche qualche sofferenza. Non dice forse il detto “Non cade foglia che Dio non voglia”?
Don Paolo ci spiega la sua proposta per l’anno catechistico 2006/07 rivolta ai giovani dell’Oratorio.
Il discorso di Benedetto XVI all’università di Regensburg è famoso solo per lo scompiglio provocato dalle reazioni islamiche a proposito di alcune parti della sua riflessione. Nella sua completezza il testo è assai più ricco (come era facile immaginare); esso offre gli spunti per poter ancora una volta ricercare il senso (il “logos”) della nostra fede.
C’è, nella storia di Giuseppe (quello che è stato in Egitto, non quello originario di Betlemme o quello di Arimatea, tanto per non confondersi), un mix sentimenti, passioni, emozioni… che, a prima vista, pare non abbiano un gran profumo di cielo ma, anzi, si mescolino proprio bene con la polvere della terra; tanto che verrebbe […]
Dalla predica del 20/04/2004: Graziella, non è facile per me parlare in questo momento : da una parte mi vengono in mente tante cose che ci siamo confidati in questi mesi, mi viene in mente la tua amicizia e l’ affetto sincero che avevi per me dall’altra mi piacerebbe potere tacere ma sento che tu […]
I tradizionali ritiri delle classi di catechismo hanno visto in questa quaresima la partecipazione di tante famiglie che hanno passato l’intera giornata in oratorio condividendo la riflessione, la preghiera ma anche il pasto e spesso il gioco insieme.
Come molti avranno già avuto modo di sentire da quest’ anno collaboro con Don Virginio Colmegna nella Caritas Ambrosiana. Questo nuovo incarico che “ruberà” una fetta considerevole di tempo alla mia presenza in oratorio mi porta sempre più a conoscere situazioni di povertà, di emarginazione, di difficoltà alle quali la Caritas tenta di dare una […]